L'edicola confiscata a Pisa - un racconto dal coordinamento di Libera in città
La mattina del 2 gennaio a Pisa è stata rimossa su iniziativa dell'amministrazione comunale, guidata dal sindaco Michele Conti (Lega), l'edicola confiscata sita proprio nel centro della città. Durante il corso degli anni, questo bene è stato al centro di una fitta attività numerose associazioni e istituzioni che hanno lavorato per renderlo un presidio culturale che fosse in grado di rappresentare un monito sulla presenza delle mafie in una regione come la Toscana.La storia dell'edicola comincia nel 2013, quando (grazie all’indagine della Dia di Messina) viene arrestato Orlando Giordano Galati, esponente del clan dei tortoriciani. Questo verrà condannato in via definitiva a 20 anni di reclusione con confisca di beni per 400.000 euro, tra cui figura un'azienda di rivendita di giornali e periodici che comprendeva nel patrimonio anche l’Edicola in Borgo Stretto. Dopo la confisca in primo grado il bene, in maniera del tutto innovativa, viene affidato prima ancora della confisca definitiva alla cooperativa AXIS, che continua la rivendita di giornali attraverso un progetto sociale di nome “I Saperi della Legalità” che include fra i lavoratori personale iscritto nelle categorie protette e decide di gestirla adottando alcune scelte commerciali etiche come la mancata vendita di materiale pornografico, inneggiante al fascismo o di gratta e vinci, nel 2014 e nel 2016 arrivano la confisca di secondo grado e successivamente la confisca definitiva. L'edicola entra definitivamente sotto la gestione dell'Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati, che conferma l'affitto alla cooperativa; durante tutti gli anni di attività di rivendita di giornali, l’edicola viene visitata da scuole, università, personalità di spicco e associazioni, tanto da farla diventare un simbolo della presenza mafiosa sul territorio e della sua sconfitta, anche grazie all’intervento della rete del coordinamento provinciale dell’associazione Libera. Il 1 marzo 2018 la cooperativa AXIS è costretta a dichiarare il progetto dell’edicola non più economicamente sostenibile e a restituire il bene alla gestione all’Agenzia Nazionale. Il 21 marzo della stesso anno, si tiene a Pisa la Giornata Regionale di Libera in ricordo delle vittime delle Mafie, dove già vengono presentate le prime proposte di riutilizzo sociale, che riguardano ad esempio l’impiego dell’immobile come sede di una web radio, con uno spazio per una biblioteca condivisa e un totem digitale che possa trasmettere informazioni sulle infiltrazioni mafiose nel territorio.Questa esperienza di riutilizzo rimane comunque un esempio virtuoso, che ha creato un precedente a cui ispirarsi nel territorio provinciale per creare nuovi progetti sulla stessa scia (dal momento che esistono ad oggi 55 beni immobili confiscati ancora da affidare solo in provincia di Pisa [dati openRegio]), e, in vista delle elezioni amministrative di giugno 2018, il Presidio Libera di Pisa fa firmare a tutti i candidati a sindaco una Carta di Impegno e Corresponsabilità che proponeva 4 punti di impegno, fra cui il contrasto all’illegalità; l’allora candidato sindaco Conti si era apparentemente mostrato interessato alla questione edicola e ad un suo riutilizzo sociale, avanzando proposte sulle quali intavolare un dialogo.A fine Maggio 2019, il presidio Libera di Pisa organizza tre settimane dedicate all’edicola e destinate a coinvolgere le scuole, le associazioni territoriali e le autorità e continuare a far vivere questo simbolo così importante. Bambini e ragazzi di molte scuole pisane elaborano per l’occasione disegni, lettere e proposte di riutilizzo e le affiggono sull’edicola, esibendosi poi in un flash mob partecipatissimo. In occasione del conferimento della laurea honoris causa arriva a Pisa lo stesso Don Luigi Ciotti, che si esprime personalmente sulla necessità di impegnarsi per creare un progetto condiviso. Il Sindaco di Pisa Conti si impegna pubblicamente a creare un tavolo per discuterne la destinazione con le associazioni del coordinamento provinciale di Libera. Aderiscono al progetto anche il Magnifico Rettore Paolo Mancarella e la Rettrice della Scuola Normale Superiore Sant’Anna Sabina Nuti. Molte erano state le proposte avanzate, da tutte le parti: il chiosco poteva essere spostato e ricreato secondo l’ordinanza comunale sul decoro urbano nella adiacente piazza Garibaldi, realizzandovi uno spazio condiviso dalle associazioni e dal Comune che potesse essere utilizzato come ufficio del turismo, spazio di riunione, oltre che possibilmente come sede di eventi aperti alla popolazione o bookshop delle Università pisane. Questi erano gli ultimi piani, queste le ultime parole scambiate con l’amministrazione comunale.Libera non ha mai direttamente gestito l’edicola, ma ha sempre lottato affinché questo bene potesse svolgere a pieno la sua funzione più basilare e naturale: essere un monito che ci potesse ricordare come, anche in Toscana, anche a Pisa, la mafia esiste e lascia dietro di sé tracce, persino che “ostruiscono il passaggio” in pieno centro. La rimozione di questo simbolo, dal significato che credevamo condivisibile e sapevamo apparentemente condiviso da tutti, lascia un grande vuoto, non solo fisico, che ci rammarica e che al tempo stesso ci da’ la forza di pretendere risposte e assunzione di responsabilità da parte di chi ha preso questa decisione silenziosa e dolorosa, nonché, a nostro avviso, sospetta ed inquietante.